LECCE Avanza la «disubbidienza civile». Sottotraccia rispetto al clamore prodotto dalle eradicazioni disposte dal piano Silletti contro l’inesorabile espandersi del batterio Xylella fastidiosa, «alla media di cinquemila, forse anche seimila al mese, va avanti il reimpianto di giovani ulivi, malgrado i divieti imposti dalle norme», assicura il coordinatore dell’alleanza dei produttori Voce dell’Ulivo, Giovanni Melcarne.
E rincara: «La provocazione lanciata da noi la scorsa estate circa la messa a dimora di un milione di piante sarà compiuta in febbraio, quando tutti gli olivicoltori avranno terminato il loro lavoro stagionale e ci sarà tempo per dedicarsi all’impianto degli alberi». Com’è noto, l’Unione europea ha imposto il divieto assoluto di reimpianto di giovani ulivi, una misura duramente contestata perché rischierebbe di causare la desertificazione del territorio salentino, oltre che di depauperare l’economia legata all’olivicoltura con drammatiche conseguenze sulla filiera che, dal campo, al frantoio, allo scaffale del supermercato, fa approdare l’olio sulle tavole dei consumatori. Non è un caso che gli agricoltori abbiano preso in considerazione il ricorso alla Corte di Giustizia Europea a salvaguardia della secolare tradizione olivicola del Salento e del patrimonio monumentale che essa vanta con i suoi ulivi secolari. Sfidando le prescrizioni dell’Ue, secondo il comitato Voce dell’ulivo, i contadini, quindi, proseguono nella loro opera di piantumazione, consapevoli di essere esposti al rischio di pesanti sanzioni. Melcarne spiega: «Accade in aperta campagna, dov’è difficile che si vada a controllare, ma non solo. L’intento è quello di garantire un futuro olivicolo a questa terra, utilizzando piante coltivate nei nostri vivai o che arrivano da fuori nonostante i divieti di movimentazione. Ormai è noto che almeno quattro varietà non manifestano la malattia: Leccino, Coratina, Frantoio, Pendolino. Gli olivicoltori che non hanno ancora piantato si stanno attrezzando per farlo perché nessuno è disposto a subire passivamente le decisioni dell’Unione europea. Prima o poi si dovranno confrontare con noi. In questo momento siamo in piena attività nei frantoi, grazie anche all’ottima annata olearia. Qui si parla solo di eradicazioni, ma per il nostro futuro nessuno si impegna»Intanto, l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, Leo Di Gioia, fa sapere che sono stati pubblicati sul Bollettino ufficiale della Regione Puglia del 22 ottobre tre inviti «per attività di ricerca, sperimentazione e trasferimento dell’innovazione mirati alla prevenzione e al contenimento della Xylella fastidiosa» con copertura finanziaria complessiva di 2 milioni di euro. Ma a prescindere da questo, per Giovanni Melcarne, ciò che invece accadrà nei prossimi mesi è a abbastanza prevedibile: «Si continueranno a piantare ulivi giovani in barba ai divieti, e ciò perché le autorità sono sorde rispetto al grido d’allarme che parte dal Salento. Tagliare non basta. Alla gente bisogna anche dare una speranza».
Nessun commento:
Posta un commento