venerdì 1 agosto 2014

Paradossalmente l’abolizione del vitalizio fa Crescere lo stipendio dei consiglieri regionali


Pubblicato Mercoledì 30 Luglio 2014, ore 17,24

Paradossalmente l’abolizione del vitalizio fa lievitare la busta paga degli eletti a Palazzo Lascaris: 1.600 euro in più a testa. La denuncia del Movimento 5 stelle che torna all’attacco sui tagli ai costi della politica: “Fate come dice Renzi”

I tagli ai costi della politica? Fanno lievitare le buste paga dei consiglieri. Strano a credersi, eppure è quanto accaduto nel Consiglio regionale del Piemonte, dove gli “eletti” si sono ritrovati circa 1.600 euro in più di stipendio rispetto alla scorsa legislatura.

A denunciarlo sono gli esponenti delMovimento 5 stelle Davide Bono eGiorgio Bertola. L’impennata deriva dall’abolizione dei vitalizi e quindi dal conseguente mancato versamento da parte dei consiglieri del 25% delle proprie indennità che serviva proprio per garantirsi la pensione. Con l’abolizione dei vitalizi, approvata nella scorsa legislatura, ma valida a partire da quella in corso, la quota che prima veniva versata ora finisce direttamente sul conto corrente dei consiglieri. Scherzi della contabilità pubblica. A supporto di quanto dicono i grillini pubblicano on line due buste paga di Bono, l’unico della formazione pentastellata a sedere su banchi del parlamentino regionale sia in questa che nellapassata legislatura. Nella busta del 15 aprile scorso l’importo lordo era di 15.139.665 euro (7.819 netto), lievitato a 16.801.015 (8.677 netto) in quella del 16 luglio. Tanto basta per far tornare alla carica i seguaci di Beppe Grillo sul taglio ai costi della politica: «E' a questo punto urgente l'approvazione di una nuova legge – scrivono in una nota -. Noi l’abbiamo già pronta e, come promesso in campagna elettorale, si accompagnerà all’istituzione di una misura per il reddito minimo garantito in Piemonte – affermano Bono e Bertola -. Proponiamo di ridurre fortemente lo stipendio dei consiglieri regionali (a 4500 euro netti al mese) e comunque non oltre lo stipendio del sindaco del Comune capoluogo di Regione (come vorrebbeRenzi), di eliminare l’indennità di fine mandato e di eliminare il vitalizio anche per coloro i quali lo stanno già percependo». Difficile che tali sforbiciate possano bastare per garantire il reddito minimo, ma certo sarebbe un ulteriore segnale di redenzione da parte dei protagonisti di Rimborsopoli e dintorni.

Certo, finora qualcosa è stato fatto: l’abolizione dei vitalizi, i cui benefici arriveranno gradualmente a partire dalla fine della legislatura in corso, il giro di vite sui rimborsi, l’azzeramento dei fondi destinati ai gruppi, il taglio delle indennità dei singoli consiglieri, ma per i grillini è solo la punta dell’iceberg. «Abbiamo sottoposto le nostre idee al Pdche però continua a nicchiare – afferma Bertola allo Spiffero – eppure alcune delle nostre proposte sono quelle che già Renzi ha proposto per tagliare i privilegi dei politici». Versione respinta dal capogruppo democratico Davide Gariglio, il quale risponde piccato: «Dopo aver scritto bisogna anche leggere le risposte. Alla proposta del M5S ho risposto immediatamente. Il Pd è senza alcun dubbio per il contenimento dei costi della politica, ci siamo presi un impegno preciso in campagna elettorale che intendiamo mantenere: abbassare le  indennità dei consiglieri regionali e abbattere il costo dell'intera macchina burocratica. La proposta dei grillini non è distante dalle nostre intenzioni, bisogna solo discutere su alcuni aspetti tecnici».

Tra i primi atti del suo mandato da presidente del Consiglio Mauro Laus ha dato un’altra significativa sforbiciata alle dotazioni per il personale passate da 62mila a 58mila euro per ogni consigliere con un risparmio complessivo di 2,1 milioni di euro.






















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