Secondo l'accusa fornulata dal pubblico ministero Raffaele Guariniello l'olio extra vergine d'oliva venduto da alcuni noti marchi, di cui sono stati resi noti i nomi, era in realtà solo olio vergine d'oliva
Olio venduto come "extravergine" che in realtà non lo era.
Si trattava di semplice olio vergine d’oliva, meno pregiato e soprattutto meno costoso. Lo ha scoperto la procura di Torino dopo aver fatto analizzare dei campioni di bottiglie prelevate nei supermercati dai carabinieri del Nas dal laboratorio dell’Agenzie delle dogane e dei monopoli.
L’indagine è partita dopo la segnalazione di una testata giornalistica specializzata.
Il pm Raffaele Guariniello ha iscritto sul registro degli indagati per frode in commercio i responsabili legali di sette aziende produttrici di olio: Carapelli, Bertolli, Sasso, Coricelli, Santa Sabina, Prima Donna e Antica Badia.
E’ stato informato dell’indagine anche il ministero delle Politiche agricole.
“Seguiamo con attenzione l’evoluzione delle indagini della Procura di Torino, perché è fondamentale tutelare un settore strategico come quello dell’olio d’oliva italiano. Da mesi abbiamo rafforzato i controlli, soprattutto in considerazione della scorsa annata olearia che è stata tra le più complicate degli ultimi anni. Nel 2014 il nostro Ispettorato repressione frodi ha portato avanti oltre 6 mila controlli sul comparto, con sequestri per 10 milioni di euro. È importante ora fare chiarezza per tutelare i consumatori e migliaia di aziende oneste impegnate oggi nella nuova campagna di produzione”.
Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, sulle indagini della Procura di Torino su olio extravergine contraffatto.
di C. S.
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