La riforma della Pac 2014-2020 porterà molteplici innovazioni a tutte le componenti del sostegno agricolo: i pagamenti diretti, le misure di mercato e la politica di sviluppo rurale. Tuttavia, l’architettura giuridica della nuova Pac rimane quella attuale con due pilastri, tre strumenti e due fondi (fig. 1).
Il primo pilastro comprende gli interventi di mercato e il regime di pagamenti diretti agli agricoltori. Il secondo pilastro promuove lo sviluppo rurale. Anche per il periodo 2014-2020 il finanziamento della Pac sarà assicurato da due fondi:
– il Feaga (Fondo europeo agricolo di garanzia);
– il Feasr (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale).
Di seguito, illustreremo le principali novità della nuova politica di sviluppo rurale 2014-2020, annunciando fin d’ora che essa avrà un ruolo importante nella nuova Pac, attraverso il noto strumento dei Psr (Programmi di sviluppo rurale), che interesseranno la vita degli agricoltori anche nel periodo 2014-2020.
LE RISORSE
Lo sviluppo rurale, diventato con Agenda 2000 il “secondo pilastro” della Pac, ha assunto un’importanza sempre maggiore nelle ultime riforme (riforma Fischler eHealth check), grazie alle nuove risorse attribuite tramite al meccanismo della modulazione.
La nuova Pac 2014-2020 non prevede la modulazione, operando in questo modo una semplificazione e abolendo uno strumento poco efficace.
Le dotazioni della politica di sviluppo rurale sono fissate in modo chiaro nella proposta del bilancio dell’Unione europea per il periodo di programmazione 2014-2020, presentata dalla Commissione europea il 29 giugno 2011.
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Alla politica di sviluppo rurale viene assegnata una percentuale fissa del 24%delle risorse della Pac, con la stessa proporzione del 2013 tra il I e il II pilastro (tab. 1). Considerando la diminuzione delle risorse complessive della Pac (a prezzi costanti), il budget per la politica di sviluppo rurale passa da 13,89 miliardi di euro del 2013 a 12,092 miliardi di euro del 2020, con una riduzione percentuale del 12,9%, analoga a quella del I pilastro.
Da questa proposta rileviamo una buona dotazione per i Psr anche nei prossimi sette anni, anche se con una riduzione di risorse. Dobbiamo ricordare che la diminuzione delle risorse riguarda il budget a prezzi costanti (tenendo conto dell’inflazione), mentre la dotazione delle risorse a prezzi correnti (senza tener conto dell’inflazione) rimane invariata.
TRE OBIETTIVI, SEI PRIORITÀ
La politica di sviluppo rurale conserva i tre obiettivi strategici di lungo periodo (economico, ambientale e sociale) che consistono nel contribuire allacompetitività dell’agricoltura, allagestione sostenibile delle risorse naturali, all’azione per il clima e allo sviluppo equilibrato delle zone rurali (tab. 2).
In linea con la strategia Europa 2020, i tre obiettivi generali del sostegno allo sviluppo rurale per il periodo 2014-2020 si traducono più concretamente nelle seguenti sei priorità (tab. 3):
– promuovere il trasferimento di conoscenze e l’innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali;
– potenziare la competitività dell’agricoltura in tutte le sue forme e la redditività delle aziende agricole;
– incentivare l’organizzazione della filiera agroalimentare e la gestione dei rischi nel settore agricolo;
– preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi dipendenti dall’agricoltura e dalle foreste;
– incoraggiare l’uso efficiente delle risorse e il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale;
– promuovere l’inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali.
Queste priorità, corredate dei rispettivi indicatori di obiettivi, stanno alla base della programmazione dei Psr 2014-2020.
Viene abbandonata l’organizzazione in assi strategici, che ha caratterizzato la politica di sviluppo rurale 2007-2013; in questo modo viene data maggiore elasticità alla programmazione e alla gestione dei Psr.
Le priorità annunciano una maggiore enfasi ad alcuni temi principali: ambiente, cambiamento climatico e innovazione. Si ritorna a dare importanza alla trasmissione delle conoscenze e delle innovazioni nel settore agricolo, aprendo la strada ad una nuova stagione di assistenza tecnica e divulgazione agricola che era stata abbandonata da 20 anni.
Nelle priorità è rilevabile il ruolo crescente del settore forestale nell’ambito dello sviluppo rurale.
Un’altra novità è la presenza degli strumenti di gestione del rischio (assicurazioni agevolate e fondi di mutualizzazione) all’interno dei Psr, mentre nella Pac attuale sono posizionati nell’ambito dell’articolo 68.
LA PROGRAMMAZIONE
Il regolamento sullo sviluppo rurale riprende l’impostazione strategica che ha caratterizzato il periodo di programmazione 2007-2013, con la prassi adottata dagli Stati membri e dalle Regioni per elaborare le proprie strategie e programmi regionali. In altre parole, i Psr 2014-2020 saranno adottati a livello di Stati membri o di Regioni, in modo da adattare la politica di sviluppo rurale alle esigenze nazionali e regionali.
Una novità importante è la maggiore coerenza con le altre politiche dell’Ue.
In linea con gli obiettivi della Strategia dell’Ue Europa 2020, la nuova politica di sviluppo rurale dovrebbe funzionare in modo coordinato e complementare al primo pilastro della Pac e agli altri fondi dell’Unione, in particolare il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), il Fondo sociale europeo (Fse), il Fondo di coesione e il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (Feamp).
I fondi si inseriscono in un quadro strategico comune (Qsc) definito a livello Ue, il quale a sua volta si tradurrà in contratti di partenariato a livello nazionale, recanti obiettivi e norme comuni per il loro intervento. L’esistenza di norme comuni per tutti i fondi che operano all’interno del Qsc agevolerà la gestione dei progetti sia per i beneficiari che per le amministrazioni nazionali e favorirà anche la realizzazione di progetti integrati.
Il Contratto di Partenariato è una novità della nuova politica di sviluppo rurale; si tratta di un documento nazionale che definirà come gli stati membri intendono utilizzare i fondi in funzione degli obiettivi diEuropa 2020.
COFINANZIAMENTO, PSR E SOTTOPROGRAMMI
Il finanziamento nazionale per i programmi del secondo pilastro resta stabile al 50%, tranne nel caso delle regioni svantaggiate, dove scende al 15%.
Il nuovo regolamento sullo sviluppo rurale contiene norme in materia di elaborazione, approvazione e revisione dei programmi ampiamente ricalcate su quelle esistenti; in altre parole, sono identificate le procedure per la preparazione dei Psr 2014-2020, anche se non differiscono sostanzialmente da quelle attuali. Tuttavia esiste una novità: la possibilità di presentare sottoprogrammi (ad esempio riguardo i giovani agricoltori, ipiccoli agricoltori, le zone montane, lefiliere corte) che beneficiano di aliquote di sostegno più elevate.
LE NUOVE MISURE
Ad ogni priorità sono associate una serie di misure per un totale di 27 misure (tab. 4) che caratterizzeranno i nuovi Psr 2014-2020.
Rispetto agli attuali Psr, l’elenco delle singole misure è stato snellito e le misure stesse sono state riesaminate e sottoposte a una serie di adeguamenti per risolvere certi problemi emersi nella programmazione in corso. Come già detto, la maggior parte delle misure corrisponde a più di un obiettivo o priorità, non più raggruppate in assi; quindi laprogrammazione sarà imperniata sulle priorità.
Tra gli elementi nuovi si annoverano una misura specifica per l’agricoltura biologicae una nuova delimitazione delle zone soggette a specifici vincoli naturali. Quindi la misura dell’agricoltura biologica sarà autonoma e separata dalla misura dei pagamenti agroambientali che, oltretutto, si chiameranno pagamenti agro-climatico-ambientali, a dimostrazione della presenza di nuovi incentivi per gli interventi di contrasto al cambiamento climatico.
L’attuale misura di cooperazione è sensibilmente rafforzata ed estesa ad un’ampia gamma di forme di cooperazione (economica, ambientale e sociale) tra molteplici tipologie di beneficiari. Rientrano in questa misura i progetti pilota e la cooperazione transregionale e transnazionale.
Sono state riproposte le misure tradizionali della politica di sviluppo rurale: gli investimenti nelle aziende agricole (purché con caratteri di innovazione), il miglioramento dell’integrazione di filiera, il ricambio generazionale, il sostegno alla qualità.
L’approccio Leader e quello basato sulle reti continuano a svolgere un ruolo chiave, in particolare per lo sviluppo delle zone rurali e la diffusione dell’innovazione. Un premio conferito a progetti di cooperazione innovativi a livello locale offrirà sostegno e riconoscimento alle iniziative transnazionali a favore dell’innovazione.
L’altra importante novità sono le tre misure per la gestione dei rischi, comprendente finanziamenti a favore delle assicurazioni agevolate, dei fondi di mutualizzazione e un nuovo strumento di stabilizzazione del reddito, che offre nuove possibilità di cautelarsi contro la forte volatilità dei mercati agricoli.
La politica di sviluppo rurale 2014-2020 avrà un ruolo importante; con le proposte della Commissione del 12 ottobre 2011 si è aperto il dibattito e il percorso che porterà ai nuovi Psr 2014-2020, con l’augurio che accolgano le esigenze di snellezza e semplificazione che vengono dal mondo agricolo e rurale.
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