domenica 11 giugno 2017

“Cambio la squadra di governo per dialogare con i cittadini”

Al posto dell’assessora Giannuzzi entra il leader 5 stelle Unia



Domani compie 33 anni e il 30 giugno un anno da sindaca. Fino a una settimana fa era un modello di governo a Cinquestelle, poi c’è stata piazza San Carlo.

Buongiorno Chiara Appendino, che cosa ha imparato sabato notte?
«È stata una dura lezione, ma credo indichi un momento di svolta per il Paese. La paura diffusa, il panico che si scatena nella folla rendono tutto diverso da prima».

Però ammetterà che qualcosa non ha funzionato?
«La ricostruzione dei fatti non è ancora definita. La magistratura sta cercando di capire che cosa è successo, che cosa ha scatenato quelle ondate. Ci sono fatti inediti che cambiano gli scenari e il panico ha cambiato la piazza. Non è vero che eravamo impreparati perché a Terra Madre o a Capodanno è andato tutto liscio. Sono cambiate le cose. Ma fare processi non è il nostro compito. D’ora in avanti servirà un maggior coordinamento tra tutti gli enti, l’obiettivo è che non accada più».

Ma a Torino contro i venditori abusivi non si può fare niente?
«Siamo intervenuti sul Salone dell’Auto e lo faremo a ogni manifestazione. Ma, guardi, gli abusivi sono una piaga non solo torinese. Per affrontarli ci vuole un grande coordinamento, come per gestire la movida».

Lei dice, giustamente, che panico e paura non devono fermare la città. Ma gli esami non finiscono mai e all’orizzonte c’è San Giovanni.
«Ci siamo già messi al lavoro per San Giovanni applicando la nuova circolare del capo della polizia. Certo che lo scenario sarà molto diverso. Ci saranno zone inaccessibili come potrebbero essere i Murazzi o i ponti».

Quindi non vedremo mai più piazza San Carlo come sabato scorso?
«Probabilmente no. La commissione di vigilanza aveva dato il via libera a quarantamila presenze ma ora cambiano le modalità di organizzazione, con regole più ferree e maggiori controlli. Si cerca comunque di non rinunciare a niente. Torino non può immaginare di smettere di vivere le sue piazze, nessun torinese lo può immaginare ed io per prima».

Da venerdì si parla di una novità in giunta. Qualcuno pensa che i cambiamenti siano il frutto dei fatti di piazza San Carlo. A un anno dal voto in qualche modo voltate pagina.
«Piazza San Carlo non c’entra assolutamente. Quando ho iniziato questa avventura amministrativa mi avevate chiamato la “super sindaca” per le mie molte deleghe. Conoscevo di più l’amministrazione e le dinamiche di palazzo di molti altri in giunta, ma già allora avevo in mente di permettere agli assessori di crescere per poi lasciare loro qualche delega».

Tutto previsto quindi?
«La riorganizzazione della macchina comunale è stata un passo fondamentale e già allora avevamo impostato il passaggio della delega del Decentramento a Marco Giusta, stiamo seguendo un percorso. La Leon è cresciuta molto e avrà anche la delega sulle manifestazioni culturali. Finardi avrà quella sulla sicurezza. Io terrò partecipate e grandi eventi, ma spiegherò tutto nei dettagli lunedì (domani) in Consiglio».

Cambia il suo ruolo?
«E’ venuto il momento di avere maggior tempo per coordinare e gestire alcuni dossier delicati. Ma soprattutto voglio passare più tempo fuori dal palazzo, sul fronte politico e del rapporto con i cittadini che mi è mancato in questi primi undici mesi di amministrazione».

In giunta che cosa accade?
«Anche i consiglieri sono cresciuti e ho deciso che fosse importante anche per me avere qualcuno con cui condividere il peso politico. Finora, avendo una giunta tecnica, ero l’unica a cui spettava anche questa parte. Per questo ho scelto Alberto Unia».

Quindi arriva in squadra un uomo con cui confrontarsi?
«Non abbiamo mai smesso di farlo. Alberto per la persona che è, e per il ruolo chiave di supporto politico che avrà, ci porterà nella seconda fase del nostro mandato con maggiore slancio».

Perché esce Stefania Giannuzzi?
«Stefania, è stata coraggiosa, ha allargato la differenziata, ha una grande capacità tecnica e la ringrazio molto. Resterà con noi con un ruolo tecnico. Sono soltanto cambiate le condizioni».

Paolo Giordana è stato un uomo fondamentale fino a oggi, ma per qualcuno troppo ingombrante. Questo rimpasto lo ridimensiona?
«Paolo è una risorsa preziosa per la città di Torino. Ha avuto un ruolo importante per le molte deleghe in capo a me. C’è una squadra che lavora per dare risposte alla città e in questo nuovo assetto Chiara Appendino lascia nuove deleghe agli assessori che hanno imparato a conoscere la macchina».

Quindi dopo la fase Appendino-Giordana nasce una squadra più forte?
«In questi otto mesi c’è sempre stata una squadra di assessori e consiglieri. Ora però la squadra è pronta ad assumersi nuove responsabilità. È diventata più matura e anche io potrò fare meglio il sindaco e potrò avere più rapporto con i cittadini mentre finora ho gestito direttamente tutte le battaglie comunali».

Ma il bilancio e il pre-dissesto?
«Le risorse della Città di Torino sono un tema chiave. Non vogliamo il pre-dissesto ma abbiamo due temi da affrontare. Quello della cassa che è un problema chiave e se non incidiamo su quel fronte il sistema città rischia di crollare. Il secondo tema è legato al bilancio di competenza. Dal 2016 al 2017 abbiamo dovuto fare i conti con circa 100 milioni in meno rispetto ai 400 milioni di spesa discrezionale del bilancio della Città. Il 2018 sarà più difficile ancora. Inoltre dovremo recuperare risorse per debiti non finanziati in passato. La Corte dei conti ci dice che dobbiamo riconoscere come debiti le quote che non sono pagate dal 2014. E noi stiamo cercando la soluzione tecnica migliore, ma quei debiti vanno riconosciuti. Siamo pronti ad assumerci le responsabilità per migliorare sulla cassa e ridurre spesa. Ma un sindaco non può ridurre la spesa di 100 o 150 milioni di euro in poco tempo perché vorrebbe dire tagliare servizi essenziali».

Ma i milioni di Roma?
«Sono un diritto sancito, aspettiamo il giudizio di ottemperanza».

Quest’anno con l’opposizione?
«L’opposizione fa l’opposizione. L’importante è non trasformarla in attacco personale allontanandosi da temi che interessano la cittadinanza. Quando succede la politica diventa un’occasione mancata di dialogo e crescita».

E il governo?
«Massimo rispetto e nessuna barriera. Da entrambe le parti. Delrio come Chiamparino, la ministra Fedeli come Franceschini non hanno mai messo barriere nei confronti di noi Cinquestelle».

Fonte
http://www.lastampa.it/2017/06/11/cronaca/cambio-la-squadra-di-governo-per-dialogare-con-i-cittadini-oymaqqV3niilEPFpuaeuuL/pagina.html

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